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L'analisi della dimensione teoretica e morale della soggettività in Nietzsche e Freud, condotta alla luce del contributo fenomenologico hegeliano, implica la riflessione sugli aspetti più contraddittori e "drammatici" della condizione umana. In un'epoca che è stata definita post-metafisica, in questo volume si illustra attraverso Nietzsche e Freud il tragico delle scelte morali entro una cornice storica profondamente segnata dal "male", ponendo le loro opere dal lato del dovere e del volere della coscienza morale di fronte al problema della libertà. Mettendo in risalto il regime di interdipendenza fra soggettività, potere ed esperienza del male, si vuole ritrovare un orizzonte possibile di intersoggettività. Nell'esercizio della scrittura filosofica, a fronte dell'esperienza morale del mondo - che nel nostro tempo fa ancora "problema" - questo volume intende praticare un'inversione di marcia rispetto alla "lettura" della stessa già a suo tempo indicata, con acume e originalità ermeneutica, da Karl Löwith nel suo procedere "da Hegel a Nietzsche". Si affida al lettore il senso di questo gesto interpretativo.